Le indagini sull’omicidio di Pamela Mastropietro potrebbero essere vicini alla definitiva svolta.
Il giovane nigeriano è in carcere dal 31 gennaio, dal giorno stesso in cui furono trovati i resti della ragazza nei due trolley abbandonati a Casette Verdini di Pollenza.
La versione di Oseghale davanti agli inquirenti per ora non è mai cambiata: avrebbe incontrato ai giardini Pamela, l’avrebbe messa in contatto con Lucky Desmond, e l’avrebbe ospitata sua mansarda. Ha sempre detto di essere scappato quando Pamela si è sentita male dopo essersi iniettata una dose di stupefacenti.
Alla compagna, una ragazza italiana che ora si trova in una comunità di recupero e da cui ha avuto una figlia, Oseghale avrebbe confessato il delitto: “Ho ucciso io Pamela, e ho fatto tutto da solo”.
Gli elementi contro di lui sono sempre più numerosi: sul corpo di Pamela è stato trovato anche il suo dna.
Ma l’inchiesta potrebbe non essere risolta così. In primo luogo, Oseghale dice anche altre cose alla compagna, alcune incompatibili con la sua confessione. Poi, che un massacro del genere abbia potuto essere portato a termine da una persona sola sembra inverosimile agli inquirenti.
Stefano Iorio
La Redazione