Steven Spielberg torna a sbancare il botteghino con “Ready Player One”. Il talentuoso regista ancora una volta ha sorpreso tutti realizzando un film che sembra destinato a diventare un cult.
“Ready Player One” è uscito lo scorso 29 marzo e in soli tre giorni ha incassato la bellezza di 109 milioni di dollari (ossia 88 milioni di euro), di cui 39 milioni sono stati guadagnati solamente in Cina, 27,2 milioni negli Stati Uniti, e 42,6 milioni negli altri paesi.
Questo è un periodo particolarmente prolifico per Steven Spielberg, che negliultimi setti anni ha diretto ben cinque film, tutti di grande successo. Tutti hanno avuto un budget inferiore ai 100 milioni di dollari e hanno guadagnato cifre impressionanti. Nel 2012 “Lincoln” ha incassato 200 milioni di dollari in tutto il mondo.
“War Horse”, “Il ponte delle spie”, “Il grande gigante gentile” e “The Post” (candidato agli Oscar) hanno guadagnato 173 milioni di euro l’uno. “Ready Player One” ha avuto un budget di ben 157 milioni di euro, ma ha superato ogni più rosea aspettativa al botteghino.
Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Ernest Cline, che ha realizzato anche la sceneggiatura. La storia è ambientata nel 2045, dove la maggior parte della popolazione vive in condizioni di grande povertà all’interno di gigantesche baraccopoli.
Per sfuggire alla realtà le persone si rifugiano in Oasis, un mondo virtuale creato dal programmatore James Halliday (interpretato da Mark Rylance). Fra i partecipanti al videogioco che indossano il visore per nascondersi da un presente difficile c’è anche il protagonista Wade, a cui dà il volto Tye Sheridan.
Alla sua morte Halliday organizza una gara collettiva: chi individuerà tre chiavi e un Easter Egg avrà il completo controllo della realtà virtuale, diventando potentissimo. Inizia così una lotta senza esclusione di colpi che coinvolgerà sempre di più lo spettatore.
All’interno di “Ready Player One”, Steven Spielberg ha inserito tantissimi riferimenti ai videogiochi, ai film e alla musica degli anni Ottanta, con enigmi per veri nerd. “Nel romanzo omonimo di Ernest Cline c’erano così tante citazioni dei miei film – ha raccontato il regista a “Panorama” -, che non volevo si pensasse che lo usavo come lo specchio magico di Biancaneve per farmi rassicurare che ero: il più bravo regista del reame”.
“Poi, riflettendo, mi sono detto che a chiunque altro lo avessi delegato, avrebbe potuto usare personaggi dei miei film più famosi, come se fossero dei micro remake. Ed è quello che ho fatto io – ha concluso -: ho lasciato un paio di autocitazioni, una per il regista Spielberg e una per il produttore Spielberg”.
Alessandra D’Agostino
La Redazione