Ha fatto letteralmente un buco nell’acqua Tiangong 1, la stazione spaziale cinese che è rientrata sulla terra nella notte del 2 aprile alle ore 2,16, cadendo nell’Oceano Pacifico meridionale.
Ha tenuto banco per giorni, soprattutto per la possibilità che i detriti colpissero luoghi abitati. Secondo le ultime notizie l’Italia correva un rischio bassissimo, dello 0,1 per cento, e l’unica zona che poteva correre un qualche pericolo sembrava alla fine essere l’isola di Lampedusa. Ma nei giorni precedenti timore e allarmismo erano altissimi. Il Palazzo celeste (questo il nome tradotto) è quindi caduto nell’Oceano Pacifico, vicino al Punto Nemo, l’area dove si trovano più satelliti. Si tratta della prima stazione spaziale cinese: un elemento con forma cilindrica lungo 10 metri e mezzo, con un diametro di tre metri e due pannelli solari di sette metri per tre. Il peso era di circa otto tonnellate e mezzo.
È stata 2375 giorni e 21 ore in orbita, ma è stata dichiarata persa e fuori controllo nel 2016. Tiangog, prima stazione spaziale cinese, ha scatenato l’ironia sui social, dopo che il suo rientro è stato così attentamente seguito. E Twitter, come spesso accade, è stata la vetrina del sarcasmo. Fra i cinguettii più divertenti quelli sulla caduta dei detriti come spiegazione delle buche di Roma, l’ironia sulla distanza fra Pacifico e Italia e quelli sul fatto che non si trattava dell’originale ma di un prodotto cinese. Frasi divertenti per chi ha seguito con tanta trepidazione, e anche qualche timore, il rientro di Tiangong 1 e il possibile pericolo di caduta di detriti su centri abitati.
Rischio anche per il recupero di eventuali pezzi, che andrebbe eseguito solo attraverso personale specializzato.
E non si tratta della prima volta che ci troviamo di fronte a un rientro non controllato, in circa sessant’anni di voli spaziali, sono stati più di 6mila quelli non gestiti. Solo un detrito ha toccato una persona e non l’ha ferita.
I rientri, però, sono in genere controllati e in Europa esiste un accordo per la sorveglianza spaziale: Sst (Space Surveillance and Tracking Support) costituito da Italia, Germania, Regno Unito, Francia e Spagna. E l’arrivo della stazione spaziale cinese è stato un banco di prova anche per l’Italia, superato.
Alessandra D’Agostino
La Redazione