Lo spettacolo DIECI STORIE PROPRIO COSÌ terzo atto è una provocazione “ragionata” contro quella rete mafiosa, trasversale e onnipresente, che vorrebbe sconfitta la coscienza collettiva, la capacità di capire e reagire. E’ lo svelamento dei complessi legami che si intrecciano tra economia “legale” ed economia “criminale”, legami che uccidono il libero mercato e minacciano gravemente il nostro futuro. Andrà in scena in sei rappresentazioni – quattro rivolte alle scuole e due al pubblico serale – dal 2 al 7 maggio alla Casa del Teatro di Torino.
L’idea è di Giulia Minoli. La drammaturgia è della stessa Minoli e di Emanuela Giordano, che cura anche la regia. Rivolto soprattutto al pubblico dei giovani, in linea con le finalità civili e culturali che ispirano il progetto, lo spettacolo vede in scena Daria D’Aloia, Vincenzo d’Amato, Tania Garribba, Valentina Minzoni, Alessio Vassallo, con i musicisti Tommaso Di Giulio alle chitarre e Paolo Volpini alla batteria, su musiche originali dello stesso Tommaso Di Giulio. La produzione è del Teatro di Roma-Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus, in collaborazione con Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale e The Co2 Crisis Opportunity Onlus.
Le repliche torinesi saranno l’ultima tappa della tournée italiana.
Lo spettacolo racconta di vittime conosciute e sconosciute della criminalità organizzata; storie di impegno civile e riscatto sociale, responsabilità individuali e collettive, connivenze istituzionali e taciti consensi.
Bruno Caccia, procuratore della repubblica di Torino, ucciso dalla ‘ndrangheta nel giugno del 1983; Elena Ferraro, giovane imprenditrice trapanese che rifiuta di pagare il pizzo al cugino del superlatitante Messina Denaro; Cortocircuito, un’associazione culturale antimafia di Reggio Emilia, formata da studenti universitari; il ristorante-pizzeria Etica di Bologna, che utilizza prodotti realizzati da aziende antiracket che operano in carcere; l’edicola di Borgo Stretto, un bene confiscato alla mafia nel centro di Pisa; Gabriella Augusta Maria Leone, sindaco di Leinì, storia di un rinnovato impegno politico e sociale in un comune precedentemente sciolto per infiltrazioni mafiose; Sanitaensamble, orchestra giovanile attiva nel Rione Sanità di Napoli; TorPiùBella, associazione di rigenerazione urbana e sociale al servizio della comunità del quartiere romano di Tor Bella Monaca; Giovanni Tizian, un giornalista calabrese, emigrato in Emilia Romagna dopo l’omicidio del padre eseguito dalla ‘ndrangheta, dal 2006 conduce inchieste sulle infiltrazioni mafiose del territorio. Vive sotto scorta, così come Maria Stefanelli, la prima donna collaboratrice di giustizia, vedova di un boss della ‘ndrangheta. Dall’Emilia alla Campania, da Roma a Palermo, da Torino a Reggio Calabria, esperienze di imprenditori, giornalisti, figli, semplici cittadini. Storie di persone coraggiose e oneste. Come quando si racconta di un sindaco che non accetta compromessi, di un commercialista che contrasta il rapporto tra aziende e denaro sporco, di un giornalista che con le sue indagini denuncia il fenomeno mafioso. Storie che convergono tutte in uno spettacolo teatrale che concentra lo spettatore sul presente. Su ciò che ognuno di noi può realmente fare, assumendosi la responsabilità di un cambiamento.
Ogni rappresentazione sarà seguita da un dibattito insieme ai protagonisti dello spettacolo e ad alcuni cittadini che si sono impegnati, e continuano a farlo quotidianamente, per la legalità.
Biglietti per il 4 e 5 maggio: Intero € 12,00 – Ridotto € 11,00 – Giovani € 8,00 – Ragazzi € 7,00
Corso Galileo Ferraris 266 – Torino
tel. 011.19740280 – biglietteria@casateatroragazzi.it – www.casateatroragazzi.it
Carmine Cilvini
La Redazione