Per uno strano corto circuito del destino, può accadere che in piena era digitale, tra reboot, franchise e cinecomics targati Marvel e Dc, al botteghino arrivi silenziosamente un film ispirato a un vecchio libro del 1933 e riesca a incassare più di 350 milioni di dollari, diventando un fenomeno inatteso. Strana e affascinante storia quella del remake di “Assassinio sull’Orient Express“, un giallo apparentemente vintage confezionato magistralmente da Kenneth Branagh con tanto di costumi firmati da Alexandra Byrne – Oscar per “Elizabeth” con Cate Blanchett – e sontuosa messa in scena d’altri tempi grazie anche a un cast capace di abbracciare tanto Johnny Depp e Penélope Cruz quanto Michelle Pfeiffere la Daisy Ridley di Star Wars.
Insomma, la notizia è che, mentre a Londra al West End va in scena proprio in queste settimane la pièce di “Testimone d’accusa”, a quarantadue anni dalla scomparsa Agatha Christie è più di moda che mai e il suo Hercule Poirot è un personaggio ancora capace di conquistare e affascinare un pubblico diverso e abituato ad altri ritmi e azioni. «Se c’è stato un assassinio, allora c’è un assassino. E ognuno di voi è sospettato», riflette lapalissianamente sotto i suoi baffi eccessivi il Poirot rivisto da Branagh, qui rivestito dalla Byrne con un completo degli anni Trenta aggiornato con colori più moderni. Ed è proprio questo il leitmotiv estetico di “Assassinio sull’Orient Express”: rileggere moda e stile dei primi del Novecento con un gusto moderno, in modo da equilibrare il gusto retrò con una buona dose di modernità.
Tra i personaggi più stilosi c’è sicuramente Edward Ratchett, il delinquente fascinoso di Johnny Depp, un uomo che cerca di fingere di essere qualcosa che non è e lo fa attraverso gli abiti, con giacche di pelle marrone e cravatte poco consone allo status che un gentiluomo dovrebbe avere. Mary Debenham, la ragazza interpretata da Daisy Ridley, riflette nei suoi abiti invece la voglia di indipendenza e futuro, mentre al contrario la Pilar Estravados di Penélope Cruz è una missionaria dimessa e sciatta che, anche attraverso i vestiti, nega qualsiasi tipo di femminilità.
La nostra preferita? Rimane Michelle Pfeiffer, ricca vedova americana che utilizza i vagoni dell’Orient Express come fossero passerelle di una sfilata di moda.
Bonelli Laura Antonella
La Redazione