E’ una fotografia amara, fatta di molte ombre e poche luci, quella scattata dal Rapporto Annuale reso noto dall’Istat che fa il punto sull’andamento del nostro Paese.
UN CALO SENZA FINE – Per il nono anno consecutivo le nascite sono in calo. L’anno scorso ne sono state stimate 464mila, il 2% in meno rispetto all’anno precedente e nuovo minimo storico. La contrazione delle nascite – rileva l’Istat – ha una forte componente strutturale e interessa tutte le aree ma in particolare nel centro Italia con una contrazione del 4,6%. Rispetto al 2008 il calo delle nascite ammonta a oltre 100mila unità, -19%.
Si diventa genitori sempre più tardi. Considerando le donne, l’età media alla nascita del primo figlio è di 31 anni nel 2016, in continuo aumento dal 1980 (quando era di 26 anni).
Un laureato su quattro trova lavoro per raccomandazione – Altro tema delicatissimo è quello che riguarda il lavoro. E anche qui non mancano le note dolenti visto che un giovane laureato su quattro trova lavoro “attraverso una segnalazione di parenti o amici o la conoscenza diretta del datore di lavoro”. Ma ha stipendio più basso, più instabilità e insoddisfazione.Secondo l’Istat “tra i laureati del 2011 occupati nel 2015 uno su tre ha trovato lavoro grazie all’inserzione su giornali o internet o l’invio del curriculum a datori di lavoro. Chi trova lavoro con canali formali dichiara una maggiore soddisfazione per l’impiego ottenuto”.
Donne, occupazione sale al 49%, ma siamo penultimi in Ue – L’occupazione femminile ha raggiunto quasi il 49%, ma l’Italia è penultima nella classifica europea sulla quota delle donne che lavorano. In particolare, nel 2017 “per il quarto anno consecutivo” il tasso di occupazione generale cresce, attestandosi al 58%, “ma è ancora 0,7 punti percentuali sotto il livello del 2008 e lontano dalla media Ue”.
Gennaro Sannino
La Redazione