Gentile Signora Barbara D’Urso;
il sottoscritto avvocato Antonio Cirillo, in qualità di difensore di fiducia del signor John Vitale, al secolo Giovanni Vitale, il quale con me sottoscrive la presente, espone quanto segue.
Una premessa è d’obbligo: il mio assistito ha sbagliato nel pubblicare il post sul suo profilo Facebook e se ne assume tutta la responsabilità e le conseguenze che ne scaturiranno!!! Ciò premesso occorre sottolineare che, quel gesto, se si legge attentamente il post, fa riferimento ad un episodio che lo ha irritato moltissimo: ovvero una vicenda che Lei ha trattato in diverse puntate televisive, ossia quella della signora napoletana con la pelliccetta che si è stinta. Leggendo poi si nota uno stato d’insofferenza per il protrarsi in tv di un argomento che poteva, a suo giudizio, apparire effimero e lesivo dell’immagine dei meridionali; valutazione del tutto personale che, ovviamente, non giustifica il comportamento tenuto. Questo scatto d’ira è avvenuto durante una vacanza in Thailandia e dopo aver visto nuovamente una puntata in cui si trattava ancora quel menzionato argomento.
Ciò che lascia veramente perplessi in questa vicenda, è l’interpretazione sbagliata che si sta dando al pensiero di John, facendolo passare per un nemico delle donne e che lo scellerato post era non solo diretto a Lei, ma a tutte le donne in generale. Cosa falsa e senza senso, che non trova albergo nel pensiero e nei sentimenti di un ragazzo come lui, portatore di buoni valori e buoni sentimenti.
Cerchiamo ora di trovare la giusta chiave di lettura dell’intera vicenda, alla luce anche di quelli che sono stati i commenti duri e pesanti espressi in diretta televisiva dai vari presenzialisti delle trasmissioni, personaggi certamente quotati e ricchi di cultura giornalistica televisiva ma che si sono spinti ben oltre certi limiti di tollerabilità, che sono imposti, non solo dal buon senso, ma anche dalle tutela penale. Su tutto ciò John è disposto a soprassedere, accettando questa gogna mediatica come giusto scotto da pagare per un grave errore commesso; conscio quindi del disvalore di ciò che ha commesso ha preso coscienza dello sbaglio ed ha fatto emenda.
Questa vicenda poi ha dei contorni ancora non chiari e ciò che ci lascia ancor più perplessi è il fatto che, qualcuno, sia andato a scavare nel suo profilo personale Facebook,
dove egli aveva pubblicato quel maledetto post, e quindi leggibile ai suoi soli amici e non
diretto espressamente ad un vasto pubblico di lettori, e sia stato divulgato pubblicamente, in
un momento di gioia in una trasmissione di grande audience. La divulgazione della notizia in
questione ha fatto scatenare una reazione a catena, facendo alterare non solo Lei, Signora
D’Urso, ma tutti gli ospiti e chissà quanti spettatori. Bisogna capire allora se era il caso di
pubblicare questo post e scatenare le ire di tante persone o, era meglio, sbatterlo fuori dal
programma televisivo e procedere in via giudiziaria nei suoi confronti. La vicenda non avrebbe
avuto tutta questa pubblicità mediatica e la sua divulgazione sarebbe rimasta nell’alveo del
profilo di John. Ma vi è di più, chi ha copiato quel post e lo ha pubblicato, ha sicuramente
concorso con lo stesso nella commissione del reato di diffamazione.
La vicenda dunque sta assumendo dimensioni che non le competono, lo sbaglio di John
deve esser valutato solo ed esclusivamente per il contenuto delle sue parole, evitando di
aggravare, ingiustamente, ancor di più la sua posizione. Le scuse pubbliche le abbiamo fatte
e le faremo ancora in qualsiasi contesto, sia giudiziario che mediatico ma, si badi bene, John
non accetterà per nessuna cosa al mondo di macchiare la sua dignità di uomo portatore di
buoni valori ed estremamente “ rispettoso delle donne”.
Questa storia gli sta creando non pochi problemi, ricevendo da tante parti, e non solo
via internet, ma anche per strada, ingiurie ed attacchi verbali. C’è chi lo ha chiamato omofobo
e chi antifemminista, così come è stato fatto in televisione; respingiamo fermamente tutte
queste accuse che lo stanno ferendo nel profondo del suo intimo,
Sarà dura per lui riprendere un lavoro che lo costringe ad avere costanti rapporti con le
persone, ad essere a stretto gomito con chi oggi lo guarda con occhio diverso e non sereno.
La sua condanna John l’ha già avuta e la sta anche espiando, ci sarà poi quella della
giustizia ordinaria che dovrà pronunciarsi per dare a Lei, Signora Barbara D’urso, la giusta
soddisfazione per l’offesa avuta, però oggi si chiede il diritto all’oblio, per chiudere una volta e
per sempre questa brutta e triste vicenda che, suo malgrado, lo ha visto negativamente
protagonista.
Ancora infinite scuse
Riceviamo e Pubblichiamo
Giuseppe Cascella